Obbligo dosatore polifosfati

Obbligo dosatore polifosfati per acqua calda sanitaria

Se siete alla ricerca di un installatore per la sostituzione della caldaia a gas e avete vagliato dei preventivi, sicuramente vi sarete accorti che tra le voci  vi è quella del dosatore dei polifosfati.

Prima di capire se vi è l’obbligo dell’installazione del dosatore polifosfati sarebbe utile spiegarne le sue duttilità.

Principio di funzionamento

I dosatori di polifosfati vengono installati in ingresso della caldaia sul circuito sanitario e hanno il compito di miscelarsi all’acqua d’ingresso, impedendo al magnesio di calcio ( il famoso calcare) di distaccarsi dall’acqua e precipitare sulle tubazioni o peggio ancora nello scambiatore di calore della caldaia. In sintesi non eliminano il calcare ma lo condizionano affinché non precipiti. Questo dato di fatto permette alle tubazioni e agli scambiatori di rimaner puliti a vantaggio dell’efficienza energetica. Quindi, nostro modestissimo parere, il dosatore polifosfati è sempre utile indipendentemente da quello che prescrive la legge, in funzione dei motivi sopra citati.  Ma passiamo agli obblighi legislativi.

Norma e decreto sul dosatore polifosfati

In qualunque norma vi troviate, difficile troverete la parola polifosfati. Quello che individueremo sarà condizionamento chimico, e i  polifosfati per principio di funzionamento, attuano un condizionamento chimico.

I riferimenti legislativi da verificare sono :

  • Norma Uni 8065:1989
  • D.P.R. 59/09
  • Decreto ministeriale 26 06 2015 
NORMA UNI 8065:1989

La norma Uni 8065:1989 al punto 6.4.1  recita quanto segue:

In generale è necessario installare un filtro di sicurezza a protezione degli impianti. Successivamente, in base alle caratteristiche dell’acqua, si può installare un addolcitore e/o un impianto di dosaggio automatico proporzionale di condizionanti chimici (anticorrosivi e/o stabilizzanti di durezza di tipo alimentare).

Poi in base alla durezza ( unità di misura della bontà dell’acqua calda; Più è alto questo valore maggiori sono le probabilità di incrostazioni dovute a calcare) al punto 6.4.3 :

  • a) fino a 25° fr di durezza temporanea si possono impiegare sia l’addolcimento che il condizionamento chimico di stabilizzazione della durezza e/o anticorrosivo.
  • b) Oltre i 25° fr di durezza temporanea è obbligatorio l’addolcimento.
  • c) Ove necessario, l’addolcimento sarà integrato da condizionamento chimico anticorrosivo e/o antincrostante.

Quindi stando a quello che la Norma Uni 8065 raccomanda, per tutte le installazioni laddove l’acqua in ingresso ha una durezza inferiore a 25 Gradi Francesi, è possibile utilizzare sia il condizionamento chimico, quindi il dosatore ai polifosfati, che un addolcitore. Superata la durezza di 25 gradi francesi è obbligatorio addolcire l’acqua tramite l’addolcitore.

Ma sappiamo bene che una norma non diventa legge se la stessa non è citata da un decreto legge. La norma Uni 8065 quando è richiamata per la prima volta in un decreto?

Decreto del Presidente della Repubblica N° 59 del 2 Aprile del 2009

Il condizionamento chimico per gli impianti di produzione di acqua calda sanitaria è richiamato in un decreto per la prima volta nel D.P.R. 59/09 e precisamente all’Art. 4 Comma 14 il quale recita quanto segue:

Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di edifici di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all’articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), limitatamente alle ristrutturazioni totali, e nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, di cui alla lettera c), numeri 2) e 3), fermo restando quanto prescritto per gli impianti di potenza complessiva maggiore o uguale a 350 kW all’articolo 5, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, è prescritto:

a) in assenza di produzione di acqua calda sanitaria ed in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea maggiore o uguale a 25 gradi francesi:

1) un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva minore o uguale a 100 kW;

2) un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;

b) nel caso di produzione di acqua calda sanitaria le disposizioni di cui alla lettera a), numeri 1) e 2), valgono in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea maggiore di 15 gradi francesi. Per quanto riguarda i predetti trattamenti si fa riferimento alla norma tecnica UNI 8065.

Quindi, quando sono obbligatori?

Quello che impone “sempre” l’installazione del dosatore polifosfati in ingresso alla caldaia, in caso di sostituzione caldaia o impianto nuovo, la cui data di installazione è >= del 26 Giugno 2009 è la norma Uni 8065, la quale, non menziona un limite di durezza sotto il quale è possibile non installarlo. E dato che il Dpr 59/09 , così come il D.M. del 26 06 2015 non aggiungono altro ( se notate i decreti menzionano solo l’acqua tecnica, cioè l’acqua che circola nei corpi scaldanti dell’impianto), si può tranquillamente dire che fino a 25 gradi di durezza francese si può installare il dosatore ai polifosfati, oltre è necessario l’addolcimento.

Come faccio a sapere che durezza ha l’acqua della mia abitazione?

Conoscere la durezza temporanea non è cosa semplice e servirebbe un laboratorio, quindi si fa riferimento all’ente che ci fornisce l’acqua nelle nostre abitazioni, il quale è tenuto per legge a comunicare i valori del”acqua che ne giudicano la bontà, tra cui anche la durezza. Nel caso voi risediate  in Puglia il link per conoscere la durezza clicca qui

Ora, come ribadito sopra, e indipendentemente dall’obbligo di legge, per un solo scopo funzionale,  ci teniamo a raccomandarvi “sempre” l’installazione di dosatore ai polifosfati.

 

 

 

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